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Felicitas multos habet amicos - szczęście ma wielu przyjaciół.
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Letteratura italiana Einaudi 61
Il Novellino
ca la corte del Poi n ha gran burbanza,
e se  l preggio de leali amanti
non mi rilevan, giamai non sar suso;
che degnasser per me chiamar merz
l ove poggiarsi con ragion non val ren.
II. E s io per li fini amanti
non posso ma gioia recobrar,
per tos temps las mo[n] chantar
que de mi mon atent plus,
e vivrai si con reclus
sol, sanz solaz, car tal es mos talens
...
che m inervia d onor e plager:
car ie non sui de la maniere d ors,
che qui ba[t] non tien vil, se[n] merc,
ado[nc], engras, e muluira or ven.
IV. Ab roth l[o] mon sui clantz
de mi trop parlar,
e s ie poghes f[e]nis contrefar
ke non es mai c uns,
que s art e poi resurte sus
ieu m arserei, car sui tan malananz,
e mis fais dig mensongier t[ru]anz,
e sortire[i], con spire e con plor
la [u] gioven[z] e bietaz e valor
es, que non deu fallir un pauc di merses,
la u Dieu asis tutt altri bon.
V. Mia canzone e mio lamento,
va l u ieu non os annar
[n] de miei occhi sguardare,
tanto sono forfatto e fallente.
Ia ie non me n escus,
n nul fu Mei-di-donna, ch i fu  ndietro du an;
Letteratura italiana Einaudi 62
Il Novellino
or torno a voi doloroso e piangente
s come cerbio ca, fatto su lungo cors,
torn al morir, al grido delli cacciatori.
E io cos torno alla vostra merz;
m a voi non cal, se d Amor non soven.
Allora tutta la gente gridarono merz  quella ch era
nella chiesa  ; e perdonolli la donna, e ritorn in sua
grazia com era di prima.
LXV
Qui conta della reina Isotta e di messere Tristano di Leonis.
Amando messere Tristano di Cornovaglia Isotta la
Bionda, moglie del re Marco, s fecero tra loro un signa-
le d amore di cotal guisa: che quando messere Tristano
le volea parlare, s andava ad un giardino del re dov era
una fontana, e intorbidava il rigagnolo che facea la fon-
tana. E andava questo rigagnolo per lo palazzo dove sta-
va la detta madonna Isotta, e quando ella vedea l acqua
intorbidata, s pensava che Tristano era alla fonte. Or
avenne che uno malaventurato giardiniere se n avide di
guisa che li due amanti neente il poteano credere. Quel
giardiniere and a lo re Marco e contolli ogni cosa
com era. Lo re Marco si diede a crederlo: s ordin una
caccia, e partsi da suoi cavalieri, siccome si smarrisse
da loro. Li cavalieri lo cercavano, erranti per la foresta, e
lo re Marco n and in sul pino ch era sopra la fontana
ove messere Tristano parlava alla reina.
E dimorando la notte lo re Marco in sul pino, e mes-
sere Tristano venne alla fontana e intorbidolla. E poco
tardante, la reina venne alla fontana, ed a ventura li
Letteratura italiana Einaudi 63
Il Novellino
avenne un bel pensiero: che guard il pino, e vide l om-
bra pi spessa che non solea. Allora la reina dott, e
dottando ristette. E parl con Tristano in questa manie-
ra, e disse:  Disleale cavaliere, io t ho fatto qui venire
per potermi compiagnere di tuo gran misfatto: ch gia-
mai non fu cavaliere con tanta dislealtade quanta tu hai,
che m hai unita per tue parole, e lo tuo zio re Marco che
molto t amava. Che tu se ito parlando di me intra li er-
ranti cavalieri cose che nenlo mio cuore non poriano
mai discendere; e inanzi darei me medesima al fuoco,
ch io unisse cos nobile re come monsignore lo re Mar-
co. Ond io ti disfido di tutta mia forza, siccome disleale
cavaliere, sanza niun altro rispetto.  Tristano udendo
queste parole, dubit forte, e disse:  Madonna, se mal-
vagi cavalieri di Cornovaglia parlano di me [in questa
maniera], tutto primamente dico che giamai io di queste
cose non fui colpevole. Merz, donna, per Dio! Elli han-
no invidia di me: ch io giamai non dissi n feci cosa che
fosse disinore di voi n del mio zio re Marco. Ma dacch
vi pur piace, ubbidir a vostri commandamenti; an-
dronne in altre parti a finire li miei giorni. E forse, avan-
ti ch io mora, li malvagi cavalieri di Cornovaglia avrano
sofratta di me, siccome elli ebbero al tempo dell Amo-
roldo, quand io diliverai loro e lor terre di vile e di laido
servaggio.  Allora si dippartiro sanza pi dire. E lo re
Marco, ch era sopra loro, quando ud questo, molto si
rallegr di grande allegrezza.
Quando venne la mattina, Tristano fe sembianti di
cavalcare: fe ferrare cavalli e somieri. Valletti vegnono
di gi e di su; chi porta freni e chi selle: il tremuoto era
grande. Il re s adira forte del partire di Tristano; e
raun baroni e suoi cavalieri, e mand commanda[nd]o
a Tristano che sotto pena del cuore non si partisse san-
za suo commiato. Tanto ordin il re Marco, che la reina
ordin e mandolli a dire che non si partisse. E cos ri-
mase Tristano a quel punto. E non si part, e non fu sor-
Letteratura italiana Einaudi 64
Il Novellino
preso n ingannato per lo savio avedimento ch ebbero
intra lor due.
LXVI
Qui parla d uno filosafo, lo qual era chiamato Diogene.
Fue uno filosafo molto savio, lo quale avea nome Dio-
gene. Questo filosafo era un giorno bagnato in una tro- [ Pobierz całość w formacie PDF ]

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    Ja błędy popełniam nieustannie, ale uważam, że to jest nieuniknione i nie ma co się wobec tego napinać i kontrolować, bo przestanę być normalnym człowiekiem i ze spontanicznej osoby zmienię się w poprawną nauczycielkę. Jeżeli mam uczyć dalej, to pod warunkiem, że będę sobą, ze swoimi wszystkimi głupotami i mądrościami, wadami i zaletami. s. 87 Zofia Kucówna - Zdarzenia potoczne

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